Dinamico Festival

3/6 settembre, Reggio Emilia

Incontro pubblico con artisti e operatori  – sabato 5 – ore 11
IL CIRCO CONTEMPORANEO: LA CREAZIONE, LA FESTA, LA CITTA’
Intervengono: Gigi Cristoforetti (critico, direttore artistico), Elena Burani (artista, direttrice artistica Dinamico festival), Alessandro Maida (compagnie Magda Clan e Circoncentrique), Marcello Nardi (Circo Paniko) , Piergiorgio Milano (artista), Alessandro Pelli (progetto Corpi e Visioni), Associazione Giocolieri e Dintorni (progetto Quinta Parete)

Corpi e Visioni – Nuovi Sguardi sul Circo Nuovo

NUOVI SGUARDI SUL CIRCO NUOVO
Arena del Sole, Bologna – Sabato17 ottobre 2015, dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00

Saluto di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Regione Emilia-Romagna, Comune di Correggio, A.T.E.R.
Presentazione di Alessandro Pelli (direttore Teatro Asioli di Correggio e coordinatore di Corpi e Visioni).
Interventi di: Emmanuel Wallon (sociologo), Antonio Audino (critico), Fabrizio Gavosto (programmatore), Nicola Giuliani (operatore), Raffaele De Ritis (studioso, regista), Elena Burani (artista, programmatrice), Filippo Malerba (artista, operatore).
Modera: Gigi Cristoforetti (programmatore). Conclusioni di Donatella Ferrante (dirigente Mibact), Valeria Campo (presidente commissione circo Mibact), Anna Cremonini (presidente commissione danza Mibact).

Gli interrogativi
Il circo contemporaneo è una disciplina ben definita o piuttosto un crossover?
Si caratterizza più per la capacità di usare lo spazio pubblico o di infrangere la routine delle sale teatrali?
Perché nel teatro e sotto lo chapiteau non troviamo lo stesso spettatore?
E perché i teatri cercano nuovi pubblici ma difficilmente programmano o producono il circo contemporaneo?
Che c’entrano animali e animalisti con la creazione artistica? E lo spettacolo dal vivo con quello viaggiante? L’impresa commerciale con la ricerca?
Per quale motivo l’artista circense con le sue attrezzature è escluso dalla modernità di Schengen e dalla normalità degli scambi di informazioni, autorizzazioni, certificazioni tra stato e stato, città e città?
Perché non è prevista l’esistenza dell’ artista da “piccolo”? Niente bandi, ma anche nessun sostegno o finanziamento a chi non è già “grande”, perlomeno nei numeri amministrativi e nella capacità di interlocuzione politica.

Gli interventi
A quindici anni dalla sua comparsa “organizzata” in Italia e a trenta dalla sua affermazione sulla scena francofona, il circo contemporaneo suscita ancora domande e vive in mezzo a difficoltà e contraddizioni sorprendenti. Perciò ci proponiamo di abbozzare alcune risposte a queste e altre domande, sapendo già che alcune soluzioni non dipendono dalla lungimiranza dei relatori…
Per farlo, abbiamo immaginato alcuni interventi di maggior respiro, alla ricerca dell’identità del circo, e altri più puntuali, per affrontare problematiche concrete.
Emmanuel Wallon, sociologo, ci racconterà Il circo o l’arte della trasgressione. Fin dalle sue origini, l’affermazione del circo è avvenuta grazie alla trasgressione delle norme: quelle delle discipline accademiche, delle quali ha sconvolto i codici, degli spazi di rappresentazione, riorganizzati intorno alla pista, dei pubblici e degli operatori, rimescolandone le categorie di giudizio. Ha così ottenuto una sorta di legittimità affermando la propria energia, senza perdere l’eterogeneità. È una disciplina plurale, con un tensione verso l’alterità che gli regala un ruolo unico in un mondo che ha perso certezze.
Antonio Audino rifletterà sul tema Festa collettiva e tragedie contemporanee fra circo e ricerca teatrale, indagando su quanto, nelle espressioni più vive della scena
contemporanea, si mescoli un bisogno di confronto con i segni più duri della realtà odierna insieme a legittime spinte verso spazi di maggior leggerezza, e come queste linee si siano sviluppate nei vari campi dello spettacolo dal vivo, generando qualche equivoco.
Passando agli interventi puntuali, Fabrizio Gavosto (programmatore) interverrà sul tema Dalla creazione alla diffusione europea. Il collegamento tra il panorama artistico europeo e quello italiano passa da una pianificazione di tempi e attività distante dalle abitudini italiane. E mette in evidenza l’importanza della cooperazione e dei meccanismi di creazione artistica in residenza nella diffusione internazionale delle compagnie di circo. Nicola Giuliani si rivolgerà agli aspiranti programmatori di circo, per prepararli alla Tragicomica esperienza dell’organizzatore di circo davanti alla normativa vigente.

Riflessione e confronto
Gigi Cristoforetti (moderatore della giornata) accennerà al problema delle Politiche per la cultura e improvvisazione: il circo contemporaneo in Italia. In Italia si parla – ossessivamente – di nuovi decreti, di nuovi linguaggi, di nuovi pubblici, ma una consapevole apertura al circo nelle politiche culturali e la conseguente invenzione concreta di nuovi modelli è ancora un’utopia. Da non smarrire. A Elena Burani (artista, programmatrice) abbiamo chiesto di formulare analisi e osservazioni partendo dalla sua esperienza di Progettazione artistica e programmazione “dal basso”; a Filippo Malerba di parlare di un progetto di Censimento delle compagnie di circo in Italia, presentando al pubblico il sito-questionario. Raffaele De Ritis (studioso, regista) – dopo aver presentato il sito di Corpi e Visioni, da lui curato sotto il profilo scientifico – concluderà con Proposte e stimoli per un ripensamento delle regole.
Osservazioni e domande dalla platea.
Riflessioni e conclusioni finali di Donatella Ferrante (dirigente settori Teatro, Danza e Circo al Mibact), Valeria Campo (artista, presidente Commissione Consultiva Circo del Mibact), Anna Cremonini (operatrice, presidente Commissione Consultiva Danza del Mibact).

Teatro Fabbri, Vignola (MO) – Vie Festival 2015
venerdì 16 ottobre (ore 21) – sabato 17 ottobre (ore 19)
FENETRÊS di Mathurin Bolze, con Karim Messaoudi
domenica 18 ottobre (ore 19,30)
BARONS PERCHÉS di e con Karim Messaoudi, Mathurin Bolze
Mathurin Bolze è forse l’artista che più ha saputo imporre al circo contemporaneo il sigillo della meraviglia estetica e della genialità inventiva. A Vie Festival, grazie a “Corpi e Visioni”, ripropone il suo spettacolo più celebrato, Fenêtres, e la sua nuova ultima creazione, Barons Perchés.

CORPI E VISIONI
sul Circo Contemporaneo
Corpi e Visioni è un progetto triennale dedicato al circo contemporaneo: agli spettacoli, che presenteremo in città differenti dell’Emilia Romagna, alla sua storia avventurosa e affascinante, cominciata circa trent’anni fa, e alla necessità che riscontriamo in Italia di affermarlo come un linguaggio della contemporaneità e non solo della tradizione. Per farlo conoscere abbiamo pensato a degli incontri dedicati al pubblico, ma anche agli operatori del nostro Paese. Per diffonderne la passione, proponiamo una programmazione fatta di capolavori da non perdere. Per affermarlo, diamo vita ad un sito internet (Corpievisioni.it) nel quale ritroveremo tutto: il racconto di questa storia, un calendario degli eventi principali organizzati nell’ambito del progetto e tante informazioni utili per i programmatori che vorranno inserirlo nella propria stagione.
Corpi: perché nel circo contemporaneo è il corpo che concentra su di sé tutta l’attenzione. Un corpo virtuoso e magico, al quale la coreografia, la danza, la drammaturgia e la musica donano un fascino del tutto diverso. Visioni: perché – come ogni linguaggio della contemporaneità – ci offre uno scorcio e un racconto sulle nostre vite di oggi, che parte dalla sfida fondamentale del circo: il rischio, la scommessa sulle proprie possibilità.
Corpi e Visioni è promosso dal Comune di Correggio, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo e della Regione Emilia-Romagna; la direzione artistica è di Gigi Cristoforetti; il coordinamento e l’organizzazione delle attività sono a cura dal Teatro Comunale “Bonifazio Asioli” di Correggio, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e Associazione Teatrale Emilia Romagna.

Hellzapoppin 2015

L’Ente Nazionale Circhi in collaborazione con l’A.G.I.S.
promuove

Hellzapoppin 2015
Giornata di riflessione sullo Spettacolo Popolare Italiano
Il progetto Arcipelago 15 anni dopo
Mercoledì 25 Novembre 2015, ore 10-18, AGIS, Largo Italo Gemini 1, Roma

Nuova iniziativa dell’Ente Nazionale Circhi. E’ indetta una convention che ha l’obiettivo di riflettere sullo spettacolo popolare italiano, i suoi ultimi tre lustri di attività, le sue prospettive per l’Italia del domani.
“Hellzapoppin 2015” (il progetto Arcipelago 15 anni dopo) è il titolo della manifestazione, e si richiama al celebre musical di Broadway e al film che uscì nei primi anni 40. Ma soprattutto sta a significare quel misto di significati ed espressioni spettacolari (comico, parodia e musical) che è diventato sinonimo di guazzabuglio artistico, ovvero scoppiettante mescolanza di generi che da sempre compongono la grande famiglia dello spettacolo popolare italiano.
Circo, Spettacolo Viaggiante e Parchi di divertimento, Teatro di figura, Teatro e Arte di Strada, Bande musicali, Musica meccanica, Folclore, Magia, Divertimento automatico, Arte del gessetto, Nomadismi dello spettacolo. Tutti a raccolta.

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http://www.circo.it/hellzapoppin-2015-circo-e-spettacolo-popolare-a-raccolta-il-prossimo-25-novembre/

Giornate di Studio sull’Arte Circense

16 / 22 novembre  – Milano

All’interno del progetto Open Crcus, dal 16 al 22 novembre le Giornate di Studio porteranno nelle aule dell’Università Statale di Milano artisti circensi ed esperti del settore, stimolando un confronto con gli studenti e dando loro la possibilità di mettersi alla prova in prima persona con laboratori pratici.

Si sta delineando il programma completo della settima edizione del laboratorio organizzato da Circo e dintorni che dal 16 al 22 novembre porterà nelle aule del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano numerosi artisti, storici ed operatori circensi ed accompagnerà gli studenti in un viaggio alla scoperta delle discipline del tendone.

Fedeli al nome scelto per il loro progetto di diffusione della cultura circense, Open Circus, gli organizzatori hanno pensato ad una serie di momenti “aperti” a tutti gli amanti dello spettacolo popolare e di strada: dal lunedì al venerdì, presso la sede universitaria di Via Noto, si svolgeranno workshop di giocoleria gratuiti e facoltativi dalle ore 10 alle ore 13.

I pomeriggi, dalle 15 alle 18.30, saranno dedicati agli incontri e ai dibattiti: ospiti d’onore per quest’anno sono il Circo di Stato Russo, una delle realtà più interessanti nel panorama circense mondiale, ricco di storia ed ancora oggi fucina di grandissimi talenti, e Philippe Agogué (mercoledì 18 novembre), talent scout del Cirque du Soleil, il colosso canadese simbolo del Nuovo Circo, genere che fonde drammaturgie teatrali a tecniche e numeri dell’arena di segatura.

Tanto spazio sarà dedicato al circo italiano, con gli interventi (giovedì 19) del giocoliere Marco Migliavacca (reduce dalla recente partecipazione a Allavita!, spettacolo che il Cirque du Soleil ha portato ad Expo) e di alcuni tra i più importanti fotografi di spettacoli dal vivo del nostro paese, come Gianluigi di Napoli, che ha lavorato con artisti del calibro di Francesco De Gregori e del Clown dei Clown David Larible. Martedì 17 novembre Adolfo Rossomando, direttore editoriale di Juggling Magazine, presenterà il progetto Quinta Parete dell’associazione Giocolieri e dintorni che punta all’audience development nel settore. Lo stesso giorno si parlerà anche di circo sociale: Vittorio Babaglioni racconterà la sua esperienza all’interno di Hiccup Circus Uganda, associazione che opera nelle situazioni di disagio sociale della nazione africana. È inoltre previsto un incontro con Parada, la celebre associazione che lavora coi ragazzi di strada di Bucarest.

Una parte consistente degli incontri sarà poi dedicata alla contaminazione tra generi: lunedì 16, in apertura della manifestazione, i partecipanti avranno l’opportunità di conoscere Giacomo Costantini del circo El Grito il cui slogan, “un circo contemporaneo all’antica”, ben racchiude la poetica ibrida e innovativa di questa compagnia italiana che sta riscuotendo ovunque enorme successo; il discorso proseguirà il 20 novembre, quando verrà presentato il Teatro Stalla, un’affascinante realtà che affonda le proprie radici nella pet teraphy e nella riscoperta del lavoro artistico con i cavalli.

Il fine settimana (21 e 22 novembre) sarà dedicato al piatto forte “nostrano”: il Circo di Moira Orfei. Sabato mattina gli studenti e tutti gli altri partecipanti avranno l’opportunità di assistere ad una prova aperta di Stefano Orfei Nones con i suoi grandi felini, mentre la domenica pomeriggio si potrà vedere gratuitamente lo spettacolo del Circo di Moira Orfei.
Per tutte le informazioni ed il programma completo:

http://www.opencircus.it/
http://www.circoedintorni.it/

https://www.facebook.com/circo.dintorni

Contatti:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
334 6503872

Le Circonférences di Jean Michel Guy

Sono ricercatore in sociologia al Ministero Francese della Cultura e lavoro su tematiche estremamente varie, incluso il circo, che ho scoperto nel ‘91 realizzando uno studio sulla frequentazione e l’immagine del circo nella popolazione francese. Avevo fatto già molto teatro di strada quando ero giovane, quindi non sono partito proprio da zero nel circo. Ma mi sono presto innamorato di questo ambiente e ho iniziato a scrivere degli articoli, prima di stampo sociologico, poi anche di critica estetica. Sono diventato professore di analisi critica e di estetica del circo nelle scuole superiori di circo francesi (Rosny e CNAC). Proprio al CNAC ho conosciuto due studenti con un progetto di spettacolo che mi interessava molto. Li ho aiutati a formularlo ed  elaborarlo, e insieme abbiamo finito per fondare una compagnia, ritrovandomi nel ruolo di autore e regista. Attualmente continuo a occuparmi di creazione, insegnamento, ricerca sociologica. E dalla necessità dell’insegnamento e di un’attenta analisi  globale dell’ambiente e della politica del circo, ho sentito l’esigenza di costruire dei mezzi per il lavoro con gli studenti e per una sensibilizzazione del grande pubblico, come il dvd sull’estetica del circo contemporaneo. Da due anni ho infine inventato un  nuovo format, che chiamo ‘Circonférences’; si tratta di conferenze-spettacolo che concepisco e metto in scena in partenariato con un artista di ogni disciplina: una ‘circonferenza’ sulla giocoleria, una sul palo cinese, una sul filo, etc. e anche questo è un mezzo per spingere l’analisi su ogni disciplina e al contempo raggiungere un grande pubblico.

Non credo alla immediatezza dell’opera d’arte. È un ideale utopico degli artisti quello di avere degli spettatori non informati, ingenui e allo stesso tempo  totalmente ricettivi. La verità è che ci troviamo in un mondo in cui la mediazione culturale ha un ruolo prioritario, perché uno spettatore non andrà a vedere un’opera d’arte senza avere fatto prima un percorso informativo in cui legge la brochure, decide se lo spettacolo è accessibile, se ci può portare i bambini, etc. La mediazione è al primo posto, e lo sguardo di uno spettatore sull’opera d’arte è già mediato ancora prima di scoprire l’opera. La mediazione è potente e inevitabile, e la responsabilità dei mediatori è enorme. Hanno il potere di indicare “questo è circo” oppure “questo non lo è”. “questa è arte”, “questa non lo è”. A volte sono fedeli alla concezione dell’arte e del circo degli artisti, altre volte vogliono più affascinare, ammaliare il pubblico.  Tuttavia, anche se sono potenti, non esisterebbero se non ci fosse l’opera d’arte. Ritengo che la loro prima missione sia quella di fare capire, di tradurre il pensiero dell’artista. Gli artisti molto spesso prendono in giro il modo in cui vengono classificati, o meglio, detestano le classificazioni. Spesso dicono che non sanno se quello che fanno è circo o non è circo, perchè gli artisti non pensano in termini di categorie, ma in termini di emozioni, di effetti estetici che vogliono produrre, o del rapporto che vogliono istituire col pubblico (empatia, simpatia, forte vicinanza oppure inquietudine, estraniamento, destabilizzazione, interrogarsi). È vero comunque che hanno delle opinioni sull’arte, sul circo, su cos’è, e sanno quello ci cui parlano. Quasi tutti gli artisti di circo hanno fatto una scuola di circo, conoscono la storia e la pratica del circo, i suoi vincoli, lo stato della loro arte, e prendono posizione rispetto alla loro concezione del circo, anche quando si allontana dalla immagine consueta di esso.

Il sociologo americano Howard Becker ha come concetto centrale quello del ‘mondo dell’arte’, ossia: l’arte è il risultato specifico di una negoziazione tra i rapporti di forza di tutte le persone coinvolte, e non solo gli artisti; é una negoziazione permanente. Purtroppo oggi l’artista non ha abbastanza potere, quindi la sua parola è o troppo deformata o troppo formata, ossia messa in un cliché e non in un quadro adeguato. Penso sia estremamente urgente dare molto di più la parola agli artisti nelle istituzioni, che ragionano usando ancora  vecchie categorie. Se si ascoltassero di più gli artisti ci potrebbero essere nuove formule di aiuti, e anche nuove categorie. In tutte le arti c’è sempre un gap culturale tra le convinzioni del pubblico e la ricerca degli artisti, che necessariamente creano partendo da quello che già stato fatto prima di loro, e quindi sono sempre all’avanguardia rispetto alla loro disciplina. Il pubblico invece non é a conoscenza di tutto questo sviluppo. C’è sempre uno scarto, che può variare per le singole arti, e che in alcuni casi credo sia di almeno un secolo! Più avanzata è la ricerca in un campo artistico, più questo scarto aumenta, più la mediazione diventa importante. E l’abc della mediazione è proprio raccontare chi è l’artista. Uno che vive non oggi, ne’ domani, ma ora, che è contemporaneo allo spettatore. Il primo messaggio che deve dare la mediazione agli spettatori è questo: e voi in che tempo vivete? un secolo fa? cinquant’anni fa? gli artisti che creano, creano per voi, per voi adesso. siate contemporanei!! Il secondo messaggio è pedagogico: affinché possiate capire perché l’artista vi parla in questo modo, dovete sapere che la sua arte non parte dal nulla, si é evoluta. E poi ascoltiamo quello che l’artista deve dirci sulla sua creazione, perché  in generale l’artista dice: ‘il mio linguaggio é la mia creazione e deve bastare’, ma non é vero, non basta. Deve dire qual’é la sua preoccupazione principale e perché ha deciso di dirci questo. La ragione può essere molto diversa: la relazione tra esseri umani, sulla coppia, su  un piano politico o intimo. Ma c’è sempre una ragione. È importante vedere le opere, ma anche comprenderne e capirne l’origine e il contesto in cui si inseriscono.

Il ruolo della critica e della ricerca è accorciare questa distanza tra pubblico e artisti, ma anche raccogliere le testimonianze, il pensiero degli artisti e trasmetterlo al pubblico, o ancora aiutare gli artisti a una riflessione sulla loro arte. Il linguaggio non è lo stesso per gli uni e per gli altri. Quello che cerco di fare con le mie  Circonférences è proprio riunire le cose. Il modo di rivolgersi a un pubblico profano non è necessariamente quello usato per rivolgersi agli artisti. Non credo più nella possibilità di un unico linguaggio universale, al contrario, credo che ci debba essere una  arietà di discorsi che sia coerente con la varietà del pubblico, degli spettatori, dei lettori.

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